Diversificazione strategica contro la deindustrializzazione: Delocalizzazione in Europa centrale e orientale o outsourcing?

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La Germania sta subendo un'ondata di deindustrializzazione che è troppo forte per poter essere placata a breve. I produttori di automobili, che sono stati la forza trainante dell'economia del Paese, sono alle prese con sfide che richiedono un'azione strategica immediata.

Tra i tanti piani controproducenti, la diversificazione dell'impronta produttiva verso le superpotenze automobilistiche della regione CEE è emersa come una potente alternativa all'esternalizzazione.

Per le case automobilistiche e altri settori profondamente colpiti dall'aumento dei costi operativi e dei prezzi dell'energia, la decisione di esternalizzare o delocalizzare i propri stabilimenti nell'Europa centrale e orientale (CEE) è confusa, complicata, ma molto critica.

In questa sede esamineremo i pro e i contro di entrambi gli approcci e li confronteremo in modo specifico per le case automobilistiche e per altri settori ad alto rischio. Alla fine, capirete perché spostare la produzione nei Paesi CEE potrebbe essere un'alternativa migliore.

La battaglia dell'industria automobilistica contro la deindustrializzazione

Per anni, l'industria automobilistica tedesca è stata il fattore trainante della sua eredità industriale. Tuttavia, la recente deindustrializzazione del Paese, dovuta a fattori quali l'aumento dei prezzi dell'energia, la crescente carenza di manodopera e le incertezze geopolitiche, ha portato il settore al collasso.

L'impennata dei costi dell'energia ha peggiorato la situazione, poiché l'industria automobilistica dipende in larga misura da linee di produzione ininterrotte e dall'accesso all'energia.

I produttori sono alla disperata ricerca di modi per adattarsi e diversificare strategicamente le loro attività per preservare la competitività e sostenere la redditività, con l'outsourcing e la delocalizzazione degli stabilimenti che appaiono come le due soluzioni principali.

Perché l'outsourcing non è all'altezza della battaglia per la deindustrializzazione?

L'outsourcing può essere una strategia ampiamente utilizzata a livello globale, ma presenta una serie di rischi che danneggiano il futuro a lungo termine della vostra azienda. Soprattutto in settori come quello automobilistico, che si basano su solide misure di controllo della qualità, tecnologie proprietarie e catene di fornitura complesse.

Vediamo alcuni motivi chiave per capire perché l'outsourcing non è lo strumento più vitale per combattere la deindustrializzazione come produttore automobilistico tedesco:

1. Perdita di controllo e supervisione 

Quando la produzione viene esternalizzata, le aziende perdono il controllo diretto sul processo produttivo. I partner di outsourcing potrebbero non attenersi agli stessi standard di qualità o innovazione, con conseguente declino del prodotto finale. 

Per le aziende radicate nella produzione di precisione, come quelle del settore automobilistico tedesco, questa perdita di controllo rappresenta una seria minaccia per la reputazione del loro marchio.

2. Ostacoli persistenti alla comunicazione

Comunicare diventa più difficile quando si esternalizzano le produzioni in regioni lontane. I vostri fornitori useranno lingue diverse, proverranno da culture diverse e lavoreranno con i loro fusi orari preferiti. In questo caso, l'efficienza operativa dell'azienda ne risentirà.

3. Rischi legati alla proprietà intellettuale

Se esternalizzate le produzioni in una regione con leggi sulla proprietà intellettuale poco definite o deboli, la vostra proprietà intellettuale è a rischio di furto. Se i vostri progetti, tecniche e innovazioni all'avanguardia vengono rubati, la vostra azienda sarà condannata e il caos sarà inimmaginabile.

4. Dipendenza da partner esterni

Quando affidate le vostre produzioni ai partner di outsourcing, siete alla mercé di questi ultimi. Se non raggiungono gli obiettivi di produzione o forniscono una qualità incoerente, siete spacciati. La vostra catena di approvvigionamento ne risentirà e i tempi di inattività saranno imminenti.

A causa di queste sfide, l'outsourcing non è la cosa giusta da fare se si cerca di difendersi dagli attacchi della deindustrializzazione.

La delocalizzazione di una fabbrica nei PECO può essere la vostra carta vincente

Al contrario, la diversificazione dell'impronta produttiva verso le superpotenze automobilistiche della regione CEE offre un'alternativa più controllata e affidabile all'outsourcing. I Paesi dell'Europa centrale e orientale sono diventati ultimamente i luoghi ideali per la delocalizzazione della produzione, grazie alla grande vicinanza, ai mercati del lavoro competitivi e ai significativi investimenti nelle infrastrutture.

Analizziamo i principali vantaggi di un trasferimento in Paesi CEE come Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.

1. Vicinanza alla Germania: Maggior controllo e logistica più facile

La delocalizzazione di una fabbrica nei Paesi CEE offre vantaggi geografici che sono assenti nelle destinazioni di outsourcing in Asia o in Sud America. Questi Paesi sono così vicini alla Germania che la gestione delle operazioni diventa più agevole e non si incontrano problemi di catena di approvvigionamento.

Questa vicinanza consente alle aziende di mantenere il tanto richiesto controllo sulle loro operazioni, riducendo al contempo in modo significativo i costi di trasporto e i tempi di consegna.

La Slovacchia, ad esempio, si sta affermando come il prossimo leader della produzione automobilistica in Europa. Il Paese offre infrastrutture e strutture avanzate e una forza lavoro straordinaria, altamente qualificata ma con salari piuttosto bassi.

2. Vantaggi in termini di manodopera e costi senza sacrificare la qualità

I Paesi PECO dispongono di programmi avanzati di istruzione e formazione professionale. I talenti prodotti qui non sono solo capaci, ma anche altamente adattabili alle tecnologie produttive avanzate.

Inoltre, chiedono salari significativamente più bassi rispetto alla Germania. Per i produttori tedeschi si tratta di una vera e propria benedizione, in quanto possono ridurre i costi operativi senza sacrificare la qualità dei loro prodotti.

3. Forte allineamento normativo con gli standard dell'UE

I Paesi dell'Europa centrale e orientale operano in base alle normative dell'Unione Europea, quindi non dovete preoccuparvi di problemi di conformità perché la transizione avverrà senza problemi. Tuttavia, quando si esternalizza la produzione, si corre il rischio di un disallineamento normativo con le leggi sulla conformità, sull'ambiente e sul lavoro.

Soprattutto, le aziende automobilistiche tedesche possono mantenere una stretta aderenza alle politiche ambientali dell'UE trasferendosi nei Paesi CEE. Si tratta di un aspetto cruciale, dato che le aziende tedesche stanno già affrontando un'immensa serie di controlli sugli standard di emissione.

In questo modo, si ha la certezza che le fabbriche delocalizzate seguiranno le linee guida legali ed etiche necessarie per evitare costose multe e danni alla reputazione.

4. Infrastruttura robusta e resilienza della catena di approvvigionamento

I Paesi dell'Europa centrale e orientale hanno investito molto nel miglioramento delle infrastrutture per accogliere l'afflusso di produttori stranieri. Che si tratti di reti stradali e ferroviarie, di telecomunicazioni o di forniture energetiche, questi Paesi hanno sviluppato le infrastrutture necessarie per sostenere operazioni produttive complesse.

Per le case automobilistiche, dove l'efficienza delle catene di fornitura è fondamentale, le reti logistiche consolidate dei Paesi PECO consentono un'integrazione perfetta nelle catene di fornitura globali, garantendo la continuità della produzione e la resilienza anche in periodi di interruzione globale.

5. Una soluzione a lungo termine in un contesto di costi crescenti

L'outsourcing appare spesso come una soluzione rapida per ridurre i costi operativi, ma si rischia di trascurare gli aspetti negativi a lungo termine che influiscono sul futuro dell'azienda. D'altra parte, la delocalizzazione degli stabilimenti nei Paesi CEE offre una soluzione a lungo termine che bilancia l'efficienza dei costi con il controllo.

Poiché l'economia globale deve far fronte all'aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione, soprattutto in Europa, i produttori devono adattarsi spostando la loro presenza in regioni dove possono mantenere il controllo, la qualità e la redditività.

L'impegno della regione CEE a diventare una potenza automobilistica è evidente nel crescente numero di produttori tedeschi che delocalizzano le loro fabbriche. Volkswagen e Mercedes-Benz, i due più grandi nomi dell'industria automobilistica tedesca, hanno recentemente avviato operazioni di successo rispettivamente in Polonia e in Ungheria.

Conclusione

Le case automobilistiche tedesche sono a un bivio. Una strada è quella dell'outsourcing, che offre risparmi a breve termine con rischi associati critici come la perdita di controllo, la diminuzione della qualità e l'eccessiva dipendenza da partner esterni.

L'altra è la diversificazione dell'impronta produttiva verso le superpotenze automobilistiche della regione CEE, che offre un'alternativa strategica. Grazie alla sua forza lavoro qualificata, all'allineamento normativo, alle solide infrastrutture e alla vicinanza geografica, la regione CEE consente alle aziende di mantenere il proprio vantaggio competitivo, riducendo al contempo i costi e attenuando i rischi di deindustrializzazione.

Gli esperti consigliano di scegliere quest'ultima opzione, in quanto la delocalizzazione delle fabbriche nei Paesi dell'Europa centrale può essere la chiave per garantire la stabilità e il successo a lungo termine dei produttori tedeschi.

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